Sms assillanti, pedinamenti, appostamenti, violazione di account di social network, minacce di violenza, scenate a scuola sono alcuni esempi dei comportamenti violenti che caratterizzano stalking e cyberstalking. Tali forme di violenza sono messe in atto per ledere la libertà e il senso di sicurezza della vittima, spaventarla e controllarla.
Ad oggi, il fenomeno dello stalking è in larga crescita e si riscontra non solo tra gli adulti ma investe spesso l’età adolescenziale, periodo di per sé già delicato. La fine di una relazione amorosa e la conseguente incapacità di elaborare il rifiuto ricevuto, può dare avvio alle minacce. Tutte le frustrazioni vengono proiettate sulla vittima designata, con la conseguenza immediata che la libertà di quest’ultima viene minata.
Lo stalker adolescente è spesso mosso da una rabbia repressa che lo porta a mettere in atto agiti per essere riconosciuto. Può avere una scarsa autostima e sottostima le conseguenze dei propri comportamenti, non tenendo conto dei rischi.
Durante gli anni dell’adolescenza tali atteggiamenti possono lasciare nella vittima dei segni duraturi percepibili a livello comportamentale e mentale come ad es. ansia, disturbi dell’umore, alimentari e/o del sonno. Il senso di colpa e la vergogna per quello che sta accedendo favoriscono l’isolamento, la chiusura e, di conseguenza, la richiesta d’aiuto si riduce.
È necessario intervenire su chi subisce le molestie, permettendogli di non sentirsi sola di fronte ai tormenti, aiutandola a trovare il coraggio di parlare con le persone di riferimento. E’ bene ricordare che i docenti, a scuola, esercitano una funzione di pubblico ufficiale e, in quanto tali, sono obbligati alla segnalazione. Non temere di chiedere aiuto.
Quando lo stalker è tra i banchi di scuola
Sms assillanti, pedinamenti, appostamenti, violazione di account di social network, minacce di violenza, scenate a scuola sono alcuni esempi dei comportamenti violenti che caratterizzano stalking e cyberstalking. Tali forme di violenza sono messe in atto per ledere la libertà e il senso di sicurezza della vittima, spaventarla e controllarla.
Ad oggi, il fenomeno dello stalking è in larga crescita e si riscontra non solo tra gli adulti ma investe spesso l’età adolescenziale, periodo di per sé già delicato. La fine di una relazione amorosa e la conseguente incapacità di elaborare il rifiuto ricevuto, può dare avvio alle minacce. Tutte le frustrazioni vengono proiettate sulla vittima designata, con la conseguenza immediata che la libertà di quest’ultima viene minata.
Lo stalker adolescente è spesso mosso da una rabbia repressa che lo porta a mettere in atto agiti per essere riconosciuto. Può avere una scarsa autostima e sottostima le conseguenze dei propri comportamenti, non tenendo conto dei rischi.
Durante gli anni dell’adolescenza tali atteggiamenti possono lasciare nella vittima dei segni duraturi percepibili a livello comportamentale e mentale come ad es. ansia, disturbi dell’umore, alimentari e/o del sonno. Il senso di colpa e la vergogna per quello che sta accedendo favoriscono l’isolamento, la chiusura e, di conseguenza, la richiesta d’aiuto si riduce.
È necessario intervenire su chi subisce le molestie, permettendogli di non sentirsi sola di fronte ai tormenti, aiutandola a trovare il coraggio di parlare con le persone di riferimento. E’ bene ricordare che i docenti, a scuola, esercitano una funzione di pubblico ufficiale e, in quanto tali, sono obbligati alla segnalazione. Non temere di chiedere aiuto.